
Rebranding: 3 esempi vincenti
Il rebranding rappresenta un passaggio cruciale per le aziende che desiderano rimanere rilevanti in un mercato in continua evoluzione. Non si tratta solo di un aggiornamento estetico, ma di un riposizionamento strategico che riflette i valori, la missione e le esigenze attuali sia dell’azienda che dei suoi clienti.
Un rebranding efficace può rafforzare l’identità aziendale, attrarre nuovi segmenti di pubblico e differenziarsi dalla concorrenza, contribuendo a una crescita sostenibile e duratura.
Gli inciampi, però, possono essere dietro l’angolo; questo perché devi essere consapevole della reale necessità di affrontare un rebranding e, soprattutto, affrontarla nel modo adatto, che si leghi davvero al tuo nuovo posizionamento.
Brand positioning, come è legato al rebranding?
Il brand positioning e il rebranding sono due concetti strettamente connessi, entrambi fondamentali per costruire un’identità di marca forte, riconoscibile e competitiva. Comprendere come si influenzano a vicenda è cruciale per qualsiasi azienda che desidera evolversi, restare rilevante sul mercato o conquistare nuovi segmenti di clientela.
Partiamo, dunque, dalle definizioni, per non lasciare nulla al caso o alla confusione.
Cos’è il Brand Positioning?
Il brand positioning si riferisce al modo in cui un brand è percepito nel mercato rispetto ai suoi concorrenti. È, in altre parole, il posto che il marchio occupa nella mente dei consumatori e il valore distintivo che offre.
Il posizionamento viene costruito comunicando in modo efficace:
- i benefici unici che il brand offre
- il valore che rappresenta (qualità, prezzo, esperienza)
- il pubblico target a cui si rivolge.
Quando un posizionamento è solido, hai la garanzia che il pubblico associ il tuo brand a una promessa specifica, ovvero quella che il brand stesso dichiara.
Il brand positioning richiede autenticità, poiché è l’immagine che vuoi trasmettere della tua marca. In questo contesto sincerità e trasparenza sono più che apprezzate dal pubblico.
Una volta definito il brand positioning, però, non restare troppo rigido; è necessario mantenere una certa flessibilità per adattarsi a eventuali cambiamenti o esigenze che potrebbero emergere nella tua attività.
Rebranding: quando entra in gioco?
Come detto, il rebranding è il processo di ridefinizione dell’identità visiva, verbale o concettuale di un marchio. Può includere l’ideazione di un nuovo logo o l’introduzione di una diversa palette di colori; una modifica della comunicazione aziendale oppure una ridefinizione della mission e dei valori.
Il rebranding si verifica spesso quando il posizionamento attuale non riesce più a riflettere le ambizioni aziendali o a soddisfare le aspettative dei consumatori.
Dunque si tratta di valutare sia cosa accade all’interno che all’esterno dell’azienda. Un brand, infatti, può intraprendere questo percorso in caso di:
- cambiamenti di mercato (le innovazioni tecnologiche o dei settori emergenti possono richiedere un adeguamento per restare competitivi)
- nuovi segmenti target (il brand vuole rivolgersi a un pubblico differente, magari più giovane, internazionale o con determinati interessi)
- evoluzione degli obiettivi aziendali (quando il marchio cresce può essere necessario aggiornare i valori e fornire proposte rinnovate)
- crisi di immagine (riposizionare un brand può aiutare a recuperare fiducia o migliorare la percezione pubblica dopo episodi spiacevoli o problemi)
- fusioni o acquisizioni (la combinazione di due brand può richiedere un ripensamento dell’identità complessiva).
È possibile lavorare al rebranding in diversi modi. In particolare si può optare per un rebranding evolutivo (il brand cambia ma restando coerente con il passato, facendo percepire il naturale cambiamento dovuto al passare del tempo) oppure per un rebranding rivoluzionario (radicale, coinvolge un cambiamento totale dell’immagine e della comunicazione del brand).
Qualunque strada deciderai di intraprendere, non dimenticare che il rebranding deve dimostrare coerenza e allineamento con il nuovo volto del brand.
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Il legame tra Brand Positioning e Rebranding
Finora abbiamo chiarito che il rebranding non è solo una questione estetica e che affonda le radici in esigenze molto più profonde e legate alle strategie di marketing e alla crescita del brand.
Un legame che è evidente, in particolare, con la brand positioning. Questo perché, nel caso in cui un brand si rendesse conto di non avere più gli obiettivi iniziali, di aver cambiato pubblico o mercato, deve necessariamente rivedere la sua collocazione nella mente dei clienti.
In questi termini, il rebranding diventa un’operazione strategica che deve essere ancorata al posizionamento desiderato.
Da un lato, quindi, ridefiniamo il posizionamento, identificando il valore o il messaggio che si vuole trasmettere; dall’altro agiamo con un rebranding, traducendo quel valore nella realtà visiva, verbale e nelle interazioni con le persone.
È evidente che i due aspetti debbano essere integrati e gestiti di pari passo; vediamo come.
Come integrare Brand Positioning e Rebranding?
Per restare competitivi, i brand devono essere agili, autentici e coerenti. E possono farlo grazie al brand positioning e al rebranding.
Mentre il brand positioning definisce il posto unico che il tuo brand occupa nella mente dei clienti, il rebranding è il processo attraverso cui si rinnova l’identità per adattarsi alle nuove esigenze, tendenze o obiettivi.
Integrare efficacemente queste due strategie è fondamentale per costruire un’immagine di marca forte, rilevante e capace di connettersi emotivamente con il pubblico.
Ecco i 4 passaggi utili da affrontare per gestire questa fase di cambiamento con successo:
- ricerca approfondita. Identifica come il tuo brand è percepito ora e come vorresti fosse percepito in futuro. Intervista clienti, stakeholder e analizza i competitor,
- definisci i tuoi valori chiave. Il tuo posizionamento deve emergere con chiarezza. Cosa offre il tuo brand che i concorrenti non offrono? Mostra la tua proposta di valore,
- racconta una nuova storia attraverso il design. Il visual è cruciale per trasmettere il nuovo posizionamento scelto. Assicurati che tutto, dal logo al packaging, rifletta la tua nuova identità,
- comunicazione coerente. Associa il rebranding a campagne che spiegano ai consumatori i motivi dietro il cambiamento e perché dovrebbero continuare ad affidarsi al tuo brand.
Ripensare la propria identità e unirla a un posizionamento chiaro e mirato, aiuta i brand a rafforzare l’immagine aziendale e a creare nuove opportunità di crescita e fidelizzazione.
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Esempi di rebranding efficace
Il rebranding è una strategia potente che, se eseguita correttamente, può trasformare l’immagine di un’azienda, rafforzarne l’identità e aumentare il suo appeal sul mercato. Alcuni dei marchi più iconici al mondo ne hanno fatto uno strumento chiave per innovarsi, restare rilevanti e connettersi meglio con il loro pubblico.
Esploriamo alcuni casi di rebranding di successo che mostrano come un cambiamento ben studiato possa fare la differenza.
Airbnb: un brand dal valore straordinario

Nel 2014, Airbnb ha intrapreso uno dei rebranding più ambiziosi e discussi nel settore tech e hospitality. Questo cambiamento ha rappresentato un vero e proprio caso di rebranding evolutivo.
Non ci si è limitati a un semplice aggiornamento visivo, ma il focus è stata la ridefinizione dell’identità e della mission dell’azienda. Risultato? Airbnb è riuscita ad andare oltre il concetto di alloggio condiviso e abbracciare un’idea più profonda di appartenenza globale.
Nonostante la sua già ottima proposta, l’azienda va così a differenziarsi ancora di più rispetto alla concorrenza e a posizionarsi come superbrand.
Il nuovo logo, soprannominato “Bélo”, è diventato un simbolo di connessione, comunità e appartenenza, suscitando grande attenzione (e anche qualche polemica) a livello internazionale.
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Nissan: un nuovo nome memorabile

Con una storia ricca e radici profonde nell’industria automobilistica, il marchio giapponese ha affrontato con successo le sfide di un mercato competitivo e in continua evoluzione. Per questo rappresenta un perfetto esempio di rebranding rivoluzionario.
Il caso Nissan, infatti, mostra come il rebranding strategico possa trasformare non solo l’immagine di un’azienda, ma anche il modo in cui i consumatori la percepiscono.
Le modifiche, in questo caso, sono state così radicali da partire dal nome: da Datsu a Nissan. Un passaggio essenziale per aiutare il brand a guadagnare in memorabilità. Scelto Datsun, dal nome dei fondatori unito alla parola sun, questo termine appariva poco incisivo e veniva scordato dal pubblico.
Risolta questa criticità, tutto il resto è arrivato di conseguenza: logo, identità visiva e comunicazione rinnovati per presentare il brand sotto una nuova immagine aziendale di maggior successo.
Fanta: un cambiamento a livello globale

Un brand iconico che solo un paio di anni fa si rimette in gioco: è il caso di Fanta. Nel 2023, infatti, si è presentata al mondo con un nuovo volto.
Questo rebranding non è stato solo un semplice cambio estetico, ma un’evoluzione pensata per riflettere la freschezza, l’energia e la creatività che da sempre contraddistinguono il marchio.
Dunque via libera all’esplosione di uno stile grafico ancora più pop e cambio nella palette colore, dove il blu sostituisce l’arancione come colore predominante per il brand.
Dalla nuova identità visiva al packaging rinnovato, ogni elemento è stato accuratamente studiato per evidenziare l’essenza giocosa e unica di Fanta, adattandosi al contempo ai gusti e alle tendenze di una generazione moderna, per proporsi al pubblico a livello globale.
Stai pensando di riposizionare o rinnovare il tuo marchio? Definire una strategia solida è fondamentale. Affronta il cambiamento con chiarezza e un occhio attento alle necessità dei tuoi consumatori.
Il connubio tra brand positioning e rebranding è un potente strumento per costruire e mantenere la rilevanza nel mercato. Ricorda: un rebranding ben eseguito non si limita a cambiare l’aspetto esteriore di un marchio; diventa il linguaggio visivo ed emozionale di un nuovo posizionamento strategico.