
Cos’è e cosa comporta l’European Accessibility Act 2025?
Obbligo legale e gesto concreto di inclusione verso tutti gli utenti, l’accessibilità dei siti web è un punto focale nel mondo digitale.
Nonostante la sua importanza, spesso è un aspetto trascurato. Eppure, anche i siti non vincolati da normative specifiche, possono trarre beneficio dall’adozione di pratiche di accessibilità, migliorando così l’esperienza utente (UX) e rafforzando la propria immagine online.
Facciamo una panoramica sulle leggi vigenti, sulle sanzioni e sulle possibilità che questo adeguamento può offrire alle aziende.
Cos’è l’accessibilità dei siti web?
L’accessibilità web si riferisce alla pratica di progettare e sviluppare siti web, contenuti e app mobile in modo che siano fruibili da tutte le persone, a prescindere dalle loro abilità o disabilità.
Questo concetto si traduce in adattamenti che facilitano l’interazione per utenti con disabilità visive, uditive, motorie o cognitive, garantendo una navigazione equa e inclusiva.
Implementare l’accessibilità non solo rispetta principi etici, ma, come abbiamo appena accennato, contribuisce a migliorare l’esperienza utente e ad ampliare il potenziale pubblico di un sito o applicazione.
4 caratteristiche principali dell’accessibilità web
Associati all’accessibilità web abbiamo 4 elementi che ci aiutano a definirla meglio; l’accessibilità deve essere:
- Percepibile. Contenuti, informazioni e interfaccia di un sito web devono essere percepiti da ogni utente. A prescindere dalle capacità sensoriali e cognitive, tutte le persone devono capire quali sono le componenti del sito. Ecco, ad esempio, che sottotitoli nei video o alternative testuali per le immagini diventano imprescindibili.
- Utilizzabile. Pagine e siti web devono poter essere usati in modo attivo da tutti, quindi ogni utente deve riuscire a interagire senza difficoltà con i contenuti. Questo può voler dire pensare a chi utilizza il mouse, a chi la tastiera e a chi i comandi vocali.
- Comprensibile. Le funzionalità devono essere chiare e spiegate in modo semplice. Dunque il linguaggio semplice e lineare accompagnato da un’adeguata organizzazione dei contenuti.
- Robusto. Un sito web deve adattarsi alle nuove situazioni ed essere predisposto per tecnologie future. Il punto di partenza, in questo caso, è il mantenimento del sito senza errori e l’uso da qualsiasi tipo di dispositivo.
Accessibilità siti web: qual è la normativa?
In Italia troviamo diverse leggi su questo tema, alcune di stampo nazionale, altre di matrice europea. Ecco una carrellata delle principali normative:
- Legge n. 4/2004, detta Legge Stanca (la prima legge italiana a parlare di obblighi di accessibilità per i siti web di enti e pubbliche amministrazioni).
- Decreto-legge n. 76/2020 (responsabile dell’estensione dell’accessibilità web anche a soggetti privati che offrono servizi tramite siti o app).
- Direttiva (UE) 2019/882, ovvero European Accessibility Act (introduce obblighi di accessibilità, a livello europeo, per prodotti e servizi digitali forniti da aziende private).
- Decreto legislativo 27 maggio 2022, n. 82 (per recepire in Italia l’European Accessibility Act).
Un altro interessante documento è costituito dalle Linee guida AGID (Agenzia per l’Italia Digitale). Qui, infatti, potrai trovare specifiche tecniche e operative, basate sugli standard internazionali WCAG 2.2 (Web Content Accessibility Guidelines), che ti guidano all’allineamento con l’accessibilità.
Queste leggi hanno in comune un unico fine: quello di garantire il mondo online a portata di tutti, eliminando le barriere, avvicinando i disabili alla tecnologia e assicurando il diritto di accesso ai servizi pubblici e alle informazioni attraverso le nuove tecnologie.
Perché seguire le normative?
Non fermarti al solo obbligo legale. È vero, questo è un aspetto cardine e, se non rispettato, potrebbe costarti provvedimenti e perdite di denaro, ma ne parleremo più avanti. Adesso proviamo a focalizzarci su un altro aspetto: cosa dà il via a queste leggi?
Si tratta di normative create con l’intento di ottenere un accesso equo e inclusivo al web. Un passo dovuto – e necessario – per portare tutti a usufruire di quei servizi pubblici e privati online di cui hanno diritto.
Dunque, cosa significa per un’azienda adeguarsi? Non solo obblighi. Ma anche un’importante occasione per mostrarsi al passo con i tempi e attenti al proprio pubblico.
Prima di tutto, aderire all’accessibilità digitale significa migliorare l’esperienza utente sulle proprie pagine. I siti web accessibili, infatti, sono incentrati sull’utente, favorendo non solo chi ha diverse abilità, ma anche tutti gli altri utenti.
Questo aspetto farà aumentare anche la fiducia nel brand, evidenziando l’importanza che dai ai tuoi clienti, fidelizzati e potenziali, mostrando la tua etica e il tuo impegno concreto su questa tematica.
Un altro aspetto da considerare è la crescita del tuo bacino di utenti. L’accessibilità web, infatti, ti aprirà la strada anche verso nuovi segmenti di clientela ti consente di affacciarti a nuovi segmenti di clienti.
Si tratta di un risvolto molto interessante soprattutto per chi ha un e-commerce, poiché l’acquisto sarà possibile per una vasta gamma di utenti.
Infine, le funzionalità e le best practice legate all’accessibilità favoriscono la seo. Ci riferiamo, nello specifico alla seo on page dei siti che, migliorando, ti aiuterà a conquistare un posizionamento più gratificante nella serp.
Insomma, oltre a tutelarti dal lato legale, allinearti alla normativa ti aiuta a rafforzare la brand reputation e mostrare un’immagine positiva, con tutte le conseguenze benefiche per la tua attività.
Come adeguare un sito web l’European Accessibility Act 2025?
Oggi, in particolare, il riferimento è all’European Accessibility Act, ormai diventata vincolante, e alla quale è necessario adeguarsi entro il 28 giugno 2025.
Ma cosa comporterà questo adeguamento nella pratica per le aziende italiane? I siti web aziendali dovranno rispettare alcuni requisiti tecnici e funzionali. Abbiamo già visto che devono essere seguiti i principi di: percepibilità, utilizzabilità, comprensibilità e robustezza.
Nella pratica, questo vale a dire:
- controllo e verifica dello stato attuale di accessibilità del sito
- correzioni di eventuali errori secondo le Linee guida WCAG 2.1 livello AA
- effettuare esami periodici per valutare la conformità agli standard in corso
- pubblicazione della dichiarazione di accessibilità, cioè definire il livello raggiunto come conforme, non conforme o parzialmente conforme.
Ricorda, quindi, che adeguarsi oggi è necessario, ma è altrettanto importante restare sempre allineati nel tempo alle nuove direttive.

A chi è rivolta la normativa?
In generale possiamo individuare 3 categorie coinvolte dall’European Accessibility Act:
- pubbliche amministrazioni ed enti pubblici
- aziende private che forniscono servizi pubblici
- aziende private che offrono servizi pubblici online, con un fatturato superiore a 500 milioni di euro.
Al momento, sono escluse le microaziende, ovvero le aziende con meno di 10 dipendenti e un fatturato annuo inferiore ai 2 milioni di euro.
Accessibilità al web e sanzioni
Ripartiamo dal concetto: adeguarsi alla normativa è un requisito legale. Abbiamo visto, infatti, diverse normative vigenti a livello nazionale ed europeo.
È chiaro, quindi, che il non adeguamento e la non garanzia dell’accessibilità delle pagine web rischia di portare un’azienda o un libero professionista verso conseguenze legali e sanzioni più o meno consistenti.
Abbiamo anche visto come l’European Accessibility Act 2025, pur in vigore dal 2019, sia sotto i riflettori proprio in questi mesi, dato che sarà vincolante proprio a partire dalla fine del prossimo giugno.
Se, dunque, da tale periodo, gli utenti, a prescindere dalle proprie capacità e abilità, non saranno messi nelle stesse condizioni di fruizione, acquisto e navigabilità dei siti, ecco che si potrebbe incorrere in penalità di diverso tipo.
Nello specifico, tale rischio riguarda 3 diverse aree:
- sanzioni amministrative, in base alla tipologia e alla gravità della violazione
- obblighi di adeguamento, con definizione di tempistiche e modi di allineamento specifici per l’azienda, decisi dalle autorità competenti
- danni all’immagine e alla reputazione dovuti all’impossibilità di utilizzo di servizi o all’acquisto di prodotti da parte dei clienti disabili.
Responsabile dei controlli e dell’attribuzione delle sanzioni sarà l’AGCM, Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, con l’assegnazione di multe a partire da 5.000 euro arrivando, nei casi più critici, perfino a somme pari a 50.000 euro.
Chi, azienda o libero professionista, dopo il 28 giugno 2025 risulterà non rispondente alle direttive con le proprie pagine web, corre il rischio di incorrere in tutte queste conseguenze.
Per quanto l’importanza legale dell’adeguamento sia importante e assolutamente necessaria. Non bisogna dimenticare quale sia l’intento finale di queste leggi, cioè lavorare per un mondo – anche se virtuale – più inclusivo e accogliente.
Non solo un obbligo di legge, dunque. L’accessibilità dei siti web rappresenta anche una responsabilità etica verso la società e gli individui e un passo verso la tutela di un futuro migliore.