11 Agosto 2022

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L’intervista: Simone Cornia e i Brand values

16 domande per conoscere i segreti del web. Esperti, professionisti e innovatori svelano i trucchi del mestiere

Consulente e formatore, Simone Cornia ci parla dei valori del brand rispondendo a 16 domande.

Professionista di riferimento all’interno di Studio G.R. – Analisi e Sviluppo delle Risorse Umane -, agenzia specializzata in formazione e consulenza strategica per le aziende, Simone segue gli imprenditori nelle diverse fasi di crescita personale e del business.

Dal personal coaching, alle tecniche di vendita fino all’assistenza per la gestione aziendale; un lavoro sviluppato giorno per giorno al fianco degli imprenditori.

L’obiettivo è chiaro: accompagnare le aziende a realizzare la loro vision.

1. Presentati brevemente: chi sei? Che lavoro fai?

Sono Simone Cornia, consulente e formatore senior per Studio G.R., da oltre 25 anni. Affianco gli imprenditori nel far crescere le loro aziende, lavorando in particolare sulle risorse umane.

2. Quali sono gli aspetti più importanti del tuo lavoro?

L’attenzione all’aspetto umano, all’autostima e alla comunicazione sono al centro del mio lavoro.

Ai quali vanno affiancati un forte accordo strategico e la condivisione degli obiettivi. Solo così è possibile aiutare gli imprenditori a lavorare su loro stessi e realizzare la vision.

Io per primo lavoro su me stesso, per essere una presenza etica, affidabile e credibile per imprenditori e collaboratori.

3. Hai un settore in cui preferisci lavorare?

In realtà no, perché si lavora sulle persone, indipendentemente dalle categorie merceologiche.

4. Il tuo miglior progetto: cos’è successo?

Dopo più di 25 anni di attività, è difficile selezionarne uno. La vera soddisfazione, in generale, è vedere la crescita costante delle aziende e la crescita delle partnership nel tempo.

5. Il tuo peggior progetto: cos’è successo?

Quando non si riesce a condividere ciò che l’imprenditore vuole realizzare e i collaboratori non si mettono in gioco, il meccanismo si inceppa e si rischia di non fare bene.

Ecco perché è necessario sbloccare l’aspetto della condivisione, altrimenti le aziende si inchiodano.

6. Valori del brand: cosa sono e a cosa servono?

I valori di un brand rappresentano il primo elemento del codice etico che viene dichiarato nella missione.

In altre parole è il DNA etico dell’azienda; il modello di atteggiamento che il brand vuole portare al cliente; il baluardo che tutti coloro che collaborano con l’azienda devono proteggere.

7. Valori e prerequisiti: quali sono le differenze? Come non confonderli?

Possiamo dire che i prerequisiti sono dei valori conformisti. Ovvero quelli che permettono l’interazione tra persone; se mancano non ci può essere scambio. Qualche esempio? Il rispetto, l’onestà…

Nella pratica non aiutano a realizzare la mission e non sono distintivi rispetto ai competitor, ma non si può fare a meno di loro.

I valori, invece, sono qualcosa che unisce, in cui ci si identifica. Nemmeno loro possono mancare e funzionano prima all’interno (della persona, del brand…), poi all’esterno.

8. Quanti devono essere i valori di un brand?

Il numero è soggettivo. Il mio suggerimento è di selezionare una scala di cinque, massimo sei, valori.

9. C’è un valore che deve predominare oppure hanno tutti lo stesso peso?

I valori non hanno tutti lo stesso peso. In base alla mia esperienza, posso dire che la determinazione è essenziale. Per andare avanti deve predominare.

10. Come si individuano i veri valori che guidano un brand?

È un vero e proprio percorso. Nulla di immediato, si tratta piuttosto di una ricerca intima da parte dell’imprenditore

Questa ricerca è guidata da ciò che l’imprenditore vuole comunicare e rappresentare attraverso il brand. I valori del brand sono figli dei valori dell’imprenditore.

11. Come utilizzare i valori individuati?

Bisogna calare i valori nelle singole attività. Ma attenzione, bisogna uscire dall’idea di usare i valori: i valori non si usano, i valori sono il modo di essere del brand.

12. Falsi miti sul tuo lavoro

La prima questione è di sicuro la confusione che si crea tra consulente e motivatore. 

Non sono un motivatore; la vera consulenza aiuta a cambiare la realtà del cliente, si lavora sul concetto di realizzazione.

Una seconda questione può essere vista come una conseguenza di questo primo aspetto: il mio lavoro non ha nulla a che fare con i guru. Al contrario, non ci sono ricette magiche, ma è un lavoro che va protratto nel tempo.

13. Uno strumento essenziale per il tuo mestiere

Il sistema di Analisi della comunicazione. È uno strumento che permette di fare chiarezza su come si esprime il potenziale di ogni persona.

Lo abbiamo strutturato all’interno di Studio G.R., è un semplice questionario che rivolgiamo prima agli imprenditori, poi a tutte le persone coinvolte in azienda. Il risultato è un report con le diverse profilazioni.

In base alle priorità condivise andiamo, poi, a personalizzare il percorso.

14. Un testo da consigliare sull’argomento?

“I 5 sensi del leader. La leadership utile per vincere ogni crisi con un sorriso” di Roberto Giangregorio.

15. Come pensi evolverà il tuo settore nei prossimi anni?

Credo ci sarà sempre più richiesta di questo tipo di lavoro. E sempre più specializzazione.

Come in tanti altri contesti, anche il consulente farà cose specifiche, senza dilagare in altre sfere. Più specializzazione, meno differenziazione. Un approccio che richiederà crescita e studio per diventare i migliori sul campo.

Inoltre, ci saranno più materiali originali, frutto di ricerche ed esperienze personali.

16. Svelaci un trucco o una curiosità che nessuno racconta mai sul tuo lavoro

Il trucco è che non c’è trucco.

Per ciò che mi riguarda, posso affermare che il segreto è lavoro giorno dopo giorno con il cliente. Essere determinato e sempre presente nell’aiutare.

Se si vuole durare nel tempo, credibilità e forza di squadra non possono mancare.

Accendi il tuo brand. Parliamone!